Separazione e divorzio: come tutelare i beni con accordi chiari
Quando una coppia si separa o divorzia, uno dei temi più delicati riguarda i rapporti patrimoniali tra i coniugi: chi tiene cosa, come dividere i beni, eventuali assegni o patti economici. La Corte di Cassazione ha recentemente chiarito quali accordi tra coniugi sono validi e tutelati dalla legge.
Secondo la pronuncia, gli accordi che regolano i rapporti patrimoniali non devono essere considerati atti giuridici “rigidi”, ma possono essere visti come contratti atipici con condizione sospensiva lecita. In altre parole, i coniugi possono stipulare accordi personalizzati, che diventeranno efficaci al verificarsi di determinate condizioni, come ad esempio la separazione o il divorzio.
Alcuni punti chiave:
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Autonomia negoziale: i coniugi hanno la libertà di definire i propri accordi patrimoniali, nei limiti della legge;
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Finalità lecita: gli accordi devono perseguire interessi meritevoli di tutela, cioè finalità che la legge considera legittime e giustificabili;
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Validità giuridica: quando rispettano queste condizioni, gli accordi sono pienamente validi e vincolanti per entrambe le parti.
Questo significa che, grazie all’autonomia negoziale prevista dall’art. 1322, comma 2, c.c., le coppie possono modulare la gestione dei beni e delle risorse economiche in modo flessibile, senza dover seguire schemi standardizzati imposti dalla legge, purché gli accordi siano leciti e rispettino i principi fondamentali.
Perché è importante?
Se stai pensando a un accordo patrimoniale in caso di separazione o divorzio, è fondamentale capire che la legge tutela gli accordi chiari, leali e finalizzati a interessi legittimi. Rivolgersi a un notaio o a un avvocato permette di redigere un accordo sicuro, efficace e conforme alla normativa, evitando problemi o contestazioni future.