Accordi patrimoniali tra coniugi: quando sono validi?

Pubblicato il 1 novembre 2025 alle ore 12:34

Separazione e divorzio: come tutelare i beni con accordi chiari

Quando una coppia si separa o divorzia, uno dei temi più delicati riguarda i rapporti patrimoniali tra i coniugi: chi tiene cosa, come dividere i beni, eventuali assegni o patti economici. La Corte di Cassazione ha recentemente chiarito quali accordi tra coniugi sono validi e tutelati dalla legge.

Secondo la pronuncia, gli accordi che regolano i rapporti patrimoniali non devono essere considerati atti giuridici “rigidi”, ma possono essere visti come contratti atipici con condizione sospensiva lecita. In altre parole, i coniugi possono stipulare accordi personalizzati, che diventeranno efficaci al verificarsi di determinate condizioni, come ad esempio la separazione o il divorzio.

Alcuni punti chiave:

  • Autonomia negoziale: i coniugi hanno la libertà di definire i propri accordi patrimoniali, nei limiti della legge;

  • Finalità lecita: gli accordi devono perseguire interessi meritevoli di tutela, cioè finalità che la legge considera legittime e giustificabili;

  • Validità giuridica: quando rispettano queste condizioni, gli accordi sono pienamente validi e vincolanti per entrambe le parti.

Questo significa che, grazie all’autonomia negoziale prevista dall’art. 1322, comma 2, c.c., le coppie possono modulare la gestione dei beni e delle risorse economiche in modo flessibile, senza dover seguire schemi standardizzati imposti dalla legge, purché gli accordi siano leciti e rispettino i principi fondamentali.

Perché è importante?
Se stai pensando a un accordo patrimoniale in caso di separazione o divorzio, è fondamentale capire che la legge tutela gli accordi chiari, leali e finalizzati a interessi legittimi. Rivolgersi a un notaio o a un avvocato permette di redigere un accordo sicuro, efficace e conforme alla normativa, evitando problemi o contestazioni future.